Si sente spessissimo parlare di Chakra, ma esattamente, cosa sono?
Nello Yoga Sutra di Patanjali essi vengono definiti come centri di coscienza, infatti il conoscere i diversi chakra, capire quando sono equilibrati e quando meno, può essere visto come una crescita personale strettamente legata alla pratica dello yoga.
Il termine "Chakra" in sanscrito prende il significato di “ruota” per il loro continuo
ruotare e muoversi all’interno del nostro corpo, ma può anche significare
“diagramma” o anche “centro” che sta a indicare gli elementi presenti nel corpo
sottile dove risiede l’energia divina. Questi corpi sottili sono simili a dei campi
elettromagnetici, che vengono raffigurati all’interno del corpo sotto forma di, appunto,
“cerchi”.
I Chakra dal punto di vista anatomico corrispondono a importanti ammassi di gangli
nervosi o plessi, sono situati lungo tutta la colonna vertebrale, dalla base dell’osso
sacro fino alla testa, e sono collegati anche a ghiandole endocrine che svolgono
importanti e diverse funzioni vitali. Nel nostro corpo sono presenti più di mille chakra,
ma lo yoga ne prende in considerazione principalmente sette chakra. Questi sette
chakra di base, sono collegati tra di loro da una rete di canali energetici che
attraversano tutto il corpo: le nadi che sono dei flussi di corrente attraverso cui si muove l'energia.
Spesso si sente dire che i chakra hanno dei colori, ma non è proprio così, essi non hanno né una forma e tanto meno un colore, possiamo immaginarli come delle piccole sfere che riflettono il colore dell'elemento che rappresentano; andiamo a vedere insieme i chakra principali.
Il primo è Mulhadara (=sostegno della radice), chakra della radice, della stabilità e
del sostegno. Esso è situato alla base della colonna vertebrale, nella zona sacrale e
pelvica tra l'ano e gli organi genitali esterni, più precisamente nella zona del plesso
coccigeo. Il suo elemento è la terra ed è rappresentato dal colore rosso (riflette il colore primordiale della lava). A questo Chakra corrispondo le nostre radici, la nostra sopravvivenza.
L’esperienza collegata a questo primo chakra ci porta a scendere verso il basso,
verso le nostre gambe, che sono viste come le nostre radici, e questo ci porta alla
terra, verso il nostro passato. Se il chakra è bloccato facciamo fatica a pensare alle
nostre necessità di sopravvivenza e a prenderci cura del nostro corpo. Mulhadara è
il chakra che consente alla persona di prendere consapevolezza del proprio corpo.
Il senso relativo al primo chakra è l’odorato, che è il senso più primitivo. Qui
risiede la Dea Kundalini, e questo centro energetico è associato alla relazione con la
nostra madre e più in generale con la madre terra. Il simbolo di questo chakra è il
fiore di loto a quattro petali che riportano i fonemi dell'alfabeto sanscrito. Quattro è il
numero dei fondamenti: secondo la numerologia questo numero sta a rappresentare
nel macrocosmo la Materia (che si divide in: originale, fisica, universale, elaborata);
mentre nel microcosmo tende a rappresentare i quattro umori (muco, sangue, bile
gialla, bile nera). Quattro è anche il numero dei punti cardinali, che si ricollegano
sempre alla terra e alla sopravvivenza. Collegato a questo primo chakra c’è il Diritto
di Avere, ovvero il diritto di avere tutto ciò che occorre all’uomo per sopravvivere. Questo chakra controlla inoltre la componente maschile della sessualità, perché più vicina agli organi di riproduzioni maschile. A questo chakra sono collegate le ghiandole surrenali: queste sono due ghiandole situate sopra ciascun rene. La loro funzione è quella di secernere diversi ormoni che sono indispensabili nello svolgimento di diverse funzioni fisiologiche. Sono ghiandole endocrine, ciò significa che quello che viene secreto viene immesso nel circolo sanguigno.
Il secondo chakra prende il nome di Swadhisthana(=dolcezza), si trova nella base
bassa dell’addome, tra l’ombelico e i genitali ed è il chakra collegato alle emozioni,
all’empatia, al piacere, alla sensazioni, al movimento e alla sessualità. L’elemento di
questo chakra è l’acqua, infatti capita spesso che noi stessi interpretiamo le
emozioni come se fossero un fluire continuo. L’acqua è un fluido senza una propria
forma, ma assume quella della terra che sta sotto di lei o del contenitore dentro il
quale è chiusa e, cosa non meno importante, l’essere umano è composto dal 75% di
acqua. Questo elemento si collega inoltre alla prima casa dentro cui viviamo che è il
sacco amniotico. Il colore che rappresenta Swadhisthana è l’arancione, colore per
eccellenza delle emozioni. Perché l'arancione? L'acqua è trasparente e va a riflettere il colore dell'elemento sottostante che è il rosso (la lava della terra) e quello superiore che è il giallo (il colore delle fiamme) e questi due colori mischiati danno l'arancio. Se il primo chakra controllava la componente maschile della sessualità, questo controlla la componente femminile, vista la sua locazione, più vicina alle ovaie. Se il primo chakra era collegato all’individualità, questo è collegato alla dualità, alle scelte che possiamo fare nel nostro vivere quotidiano. A questo chakra sono collegate tutte quelle emozioni “di pancia”, sono quelle sensazioni che prima di saperle, le sentiamo dentro di noi, che ci vengono d’istinto. “Le emozioni sono il risultato dell’incontro tra consapevolezza e corpo”. Quando le emozioni si liberano, ci si apre di più al piacere e facendo questo il piacere può far si che entriamo più in sintonia con il nostro corpo. Eccesso o carenza di Swadhisthana hanno un
importante ricaduta sull’identità emotiva, sulla sessualità della persona e
impediscono il naturale flusso delle emozioni. Oltre alle emozioni questo chakra
controlla anche altri tipi di creatività, come quelli di tipo più materiale: pittura,
scultura, danza ecc.
Il senso che è collegato a questo chakra è il gusto. Tutto ciò che passa attraverso la
bocca può dare delle grandi emozioni: un cibo buono, il bacio di una persona che ci
piace ed è anche collegato al succhiare, il primo gesto che compiamo attaccati al
seno della madre. Se questo chakra è carente, si ha una predisposizione alla paura
del cambiamento. Se invece è troppo aperto, si rischia di essere troppo influenzati
dai comportamenti altrui. A questo secondo chakra è quindi collegato il Diritto di
Sentire: se si fa parte di una cultura che viola, che non approva il fluire delle
emozioni, si infrange questo diritto basilare. Al secondo chakra corrisponde il fiore di loto a sei petali e a questo chakra corrispondono le gonadi: ossia le ghiandole sessuali
(testicoli e ovaie) che servono sia per la riproduzione che per secernere ormoni sotto
il controllo dell’ipofisi.
Il terzo chakra prende il nome di Manipura (=gemma splendente) e viene visto come
un centro di luce brillante. Esso si trova nel plesso solare, al centro del torace tra il
cuore e l’ombelico, dove si trova anche il centro dell’autostima. In base al luogo in cui è
situato è un tramite tra i chakra inferiori e i chakra superiori. Manipura è associato al
potere, alla forza, all’autostima, al potere personale e alla volontà. Il suo colore è il
giallo, è collegato all’energia del sole e riflette il colore del suo elemento che è il fuoco. Qui inoltre avviene la digestione, qui si avvia il metabolismo: il cibo viene bruciato e si converte in energia per i chakra superiori. Se questo chakra non è bloccato, si crea una
sensazione di conforto e di calore, di armonia con il mondo circostante. Se la
consapevolezza del nostro io all’interno del mondo e nei rapporti con gli altri che si è
creata nei due chakra precedenti è stabile, qui diventa come una volontà nei
confronti dei rapporti con gli altri e con la terra che ci circonda. Se il chakra non è stabile, se si trova in eccesso, esso si manifesta con un attaccamento al potere e si ricerca in ogni mondo il controllo sugli altri individui. A questo chakra è collegato il Diritto di Agire, diritto che spetta a ogni essere umano, anche se inizialmente è limitato dai genitori e dalla cultura in cui si vive. Questo chakra è composto da dieci petali e nella numerologia il numero 10 vieni ridotto a 1, che simboleggia il principio di tutto, come se questo chakra fosse un punto di partenza per i chakra superiori. Il terzo chakra è associato al pancreas, una ghiandola la cui
funzione principale è quella di produrre succo pancreatico che ha lo scopo di digerire
alcune sostanze dell’intestino tenue; inoltre secerne anche l’insulina e il glucagone,
che controllano la concentrazione di glucosio nel sangue.
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