La scorsa settimana avevamo iniziato a scoprire insieme i primi chakra, quelli più bassi, quelli più "terreni", oggi continuiamo insieme questa scoperta attraverso i chakra.
Andiamo insieme a vedere il quarto chakra, forse il mio preferito in assoluto, quello con cui sono più in risonanza, che prende il nome di Anahata (=suono prodotto senza che le cose si tocchino, non colpito, intatto); con questo si entra nei chakra superiori, e questo è anche conosciuto come il "chakra del cuore", il centro dell’amore e dell’accettazione di sé. La
sua locazione è nella parte alta del torace, all’altezza del cuore, e per questo è visto
come il centro della compassione, della pace, dell’equilibrio e dell’amore. Amore puro, senza alcun coinvolgimento di elementi fisici. Se questo chakra è aperto significa che la persona è in grado di amare sé stesso e gli altri, questo amore è una condizione stessa dell’essere e non si concentra su un oggetto esteriore. L’elemento di Anahata è l’aria: il respiro, il prana, che è la primaria fonte di energia, ci permette di mantenere in equilibrio questo chakra. L’aria, come anche l’acqua, assume la forma del contenitore che la accoglie, ma quest’ultima è più leggera, non è soggetta alla gravità ed è molto più facile per lei salire verso l’altro e librarsi nel cielo. Aprire il torace, rilassarlo e concentrarsi sul battito del cuore aiuta a liberare questo chakra. Il colore che rappresenta questo chakra è il verde, l'aria è incolore e va a riflettere il giallo di Manipura (fuoco) e il blu del chakra superiore (etere). Il verde è il colore che sta al centro dello spettro di luce e, oltre ad essere comunemente conosciuto come il colore della speranza, è anche quello che rappresenta la crescita, la salute, la guarigione, il nutrimento ed è il colore che è più visibile in natura: le fronde degli alberi, l’erba nei prati, le foglie dei petali: tutto ciò che da prana. Questo chakra è il centro dell’intero sistema energetico e collega i tre centri energetici inferiori, i più terreni, con i tre superiori, quelli più spirituali che sono collegati al cielo. Grazie all’armonia di questo chakra le persone sono in grado di entrare in relazione con tutto ciò che esiste e con questo si ha il Diritto di Amare e di Essere Amati. A questo chakra corrisponde il timo, una ghiandola che appartiene al sistema immunitario. Si trova tra lo sterno e la sua funzione principale è quella di portare i linfociti a maturazione per poi distruggere i patogeni intracellulari, ovvero riconosce e distrugge le cellule infette risparmiando quelle sane. Questo chakra è un fiore di loto composto da dodici petali; nella numerologia il 12 si riduce al numero 3, che è per eccellenza il numero che rappresenta la relazione tra saggezza, potere e amore.
Il quinto chakra, situato nella parte della gola prende il nome di Vishudda (=purificazione). Il
respiro che è iniziato nel quarto chakra qui si trasforma in suono che è espressione comunicazione e creatività. Il suono può veramente purificare, basti pensare ai mantra che cantati aiutano lo spirito ad elevarsi o anche solo più semplicemente al canto, alle vibrazioni della musica o alla voce calda di una persona a noi cara.
L’elemento associato a questo chakra è, ovviamente, il suono. Secondo la mitologia induista addirittura si crede che tutto l’universo sia nato attraverso il suono; pensiamo anche solo al nostro big bang, per creare il mondo dal nulla ci deve essere stato un gran rumore. Il suono che viene creato nel chakra della gola crea una purificazione, anche grazie all’ordine che porta nella materia e nella consapevolezza. Questo chakra controlla inoltre l’udito, la parola, la comunicazione e anche le arti in generale, che sono la più alta forma di comunicazione. Comunicazione non solo intesa con “l’altro” ma anche con il nostro Sé interiore perché essa può dare ordine al nostro mondo. La comunicazione, sia essa interiore o con il mondo esterno, è data dallo schema di un ritmo che si crea tramite un’oscillazione data da una vibrazione; questo ritmo è soggetto a un principio chiamato di risonanza. L’elemento associato a questo chakra è l’etere, perché è attraverso di esso che si propaga il suono e la
voce. A questo chakra corrisponde il Diritto di Dire e di Farsi dire la Verità, questo chakra si "chiude" quando non ci lasciano la libertà di esprimerci, quando viene negato il diritto di parlare, quando non si viene ascoltati quando parliamo.
Se nel chakra vi è un eccesso, la persona tende a parlare molto, a volte anche priva
di contenuti; questo può essere legato a un bisogno di difesa delle proprie emozioni.
Un chakra equilibrato rappresenta la capacità di saper esprimersi in modo corretto e
nella capacità di saper ascoltare gli altri e sé stessi. Vishudda è rappresentato da un
fiore di loto a sedici petali, in numerologia il numero sedici si rifà al numero sette, che è il numero dell’analisi, della consapevolezza e della conoscenza. La ghiandola a cui è collegato il quinto chakra è la tiroide: si trova nella regione anteriore del corpo alla base della gola; essa influenza in modo diretto lo sviluppo scheletrico e celebrale e inoltre ha una diretta partecipazione alla regolazione del metabolismo corporeo, allo sviluppo della pelle e degli organi genitali.
Ajna (=percepire e ordinare) è il sesto chakra, il chakra del terzo occhio e si trova in un punto tra gli occhi, al centro della fronte. Esso governa, insieme al settimo chakra, i nostri sensi superiori. Ha come tema l’immaginazione, la saggezza, l’intuizione. Se al quinto chakra si erano sperimentate le onde del suono e le sue capacità di trasmissione di informazioni attraverso le parole, qui vi è invece la percezione di un suono di un’ottava più alta, quello della luce e della sua capacità di portarci determinate informazioni attraverso i colori e le immagini. L’elemento di questo chakra è infatti la luce che permette di vedere il mondo esterno fatto di immagini e colori ed è appunto collegato alla vista. Questo chakra è collegato alle capacità psichiche, intuitive e alla chiaroveggenza, che indica la capacità di vedere chiaramente attraverso i limiti del tempo e dello spazio e di riuscire a percepire gli schemi energetici come l’aura, i chakra ed eventuali informazioni sul futuro, tutto ciò che è collegato alla veduta spirituale della vita. Imparare veramente a vedere, porta alla capacità di riconoscere gli schemi che possono svelare l’ordine nascosto delle cose. Per far ciò e per riuscire ad aprire il terzo occhio, dobbiamo sviluppare la capacità di andare oltre il punto in cui solitamente ci soffermiamo a guardare il mondo; per andare oltre dobbiamo quindi superare gli schemi e guardare nuovamente. Questo centro energetico ha un grande significato psichico, qui è collegata la capacità e l’equilibrio psico-spirituale, la corretta percezione di sé in relazione a sé stessi. Se questo chakra è in equilibrio, vuol dire che la persona ha buone capacità intuitive e percettive che permetto uno buono sviluppo della capacità di immaginazione e creatività. Se invece questo chakra è carente, la persona ha una scarsa capacità di osservazione del mondo e poca immaginazione; se invece è troppo sviluppato l’individuo ha numerose immagini che sono dissociate dall’esperienza che ha vissuto, possono manifestarsi problemi legati all’attività psichica. Pian piano che risaliamo lungo tutti i chakra, la nostra visuale si fa sempre più ampia, in Ajna riusciamo a trascendere i limiti che vengono imposti dall’essere fisico. Ciò che ci aiuta a sviluppare questo chakra è lavorare sui sogni che facciamo: i sogni ci permettono di entrare nel simbolismo, ogni immagine facente parte del sogno è densa di significati che unisce memoria e immaginazione e sviluppa una serie di rapporti fra i diversi schemi e ci porta a far emergere un ordine nuovo. Il diritto collegato a questo chakra è quello di Vedere, se ci viene detto che ciò che percepiamo non è reale, se ci vengono nascoste determinate cose all’interno dell’ambito familiare, questo diritto viene infranto. Il colore che corrisponde a questo chakra è l’indaco. I cosiddetti “bambini indaco”, sono quei bambini che nascono con il terzo occhio aperto, è compito dei genitori far sì che questo occhio rimanga aperto.
La ghiandola collegata a questo centro energetico è quella pituitaria è situata al centro della fronte ed è anche conosciuta come ghiandola maestra, perché agisce come centro di controllo principale che invia i messaggi a tutte le altre ghiandole dal suo lobo frontale e posteriore. Questa ghiandola stimola la crescita delle ghiandole e degli organi che regolano lo sviluppo sessuale.
L’ultimo chakra, chiamato anche quello della corona, è il Shasrara (=mille volte), che
è situato nella calotta cranica ed è il centro energetico del pensiero, della conoscenza dell’intelligenza e dell’illuminazione. Controlla il cerebrum, l’intero cervello e l’occhio destro. Il fine di questo chakra ben equilibrato, è la sperimentazione della consapevolezza e della conoscenza. L’essere umano mentre osserva il mondo si pone delle domande, la risposta a queste domande è la coscienza stessa che stiamo cercando di comprendere e di incanalare. Secondo gli indù l’unica realtà permanente in questo mondo è l’ordine che è uno schema che viene percepito come una particolare prospettiva della nostra coscienza. Questa ha
dentro di sé ogni singola informazione che abbiamo raccolto durante l’arco della nostra vita e cerchiamo dentro di noi il posto più consono a dove conservarla. Quando non si riesce ad assorbire qualcosa, la coscienza si frantuma. In caso di stress questo porta a non essere concentrati, a non riuscire a pensare con calma o con chiarezza o a essere razionali; nei casi più gravi come delle esperienze sconvolgenti, possono addirittura sovraccaricare la matrice razionale e farla crollare.
Possiamo quindi dire che la coscienza è il principio ordinatore dell’universo.
Potremmo dire che l’ordine è sia ciò che la coscienza è, sia ciò che la coscienza fa.
Non controlla solamente il cervello e tutto il sistema nervoso, ma ha anche il
controllo del nostro Sè Superiore di tutta la nostra incarnazione fisica. Quando questo centro energetico è ben equilibrato, può sperimentare conoscenza e consapevolezza, quando è debole, determina la mancanza della coscienza di sé. Il fine che aiuta a equilibrare questo chakra è la meditazione. Una carenza di Sahasrara porta un impedimento al flusso energetico di arrivare alla coscienza e si manifesterà attraverso la chiusura di nuove informazioni. Invece un eccesso di questo chakra è tipica nelle persone che hanno perso il contatto con il proprio corpo e le proprie emozioni.
Il settimo chakra si collega al cielo ed è proprio qui che si raggiunge il samadhi, l’ottavo stadio dello yoga di Patanjali: si nutre di silenzio, di luce pure e contatto con
l’assoluto. Il colore di questo chakra è il viola, che è il più alto sullo spettro di luce che l’essere umano percepisce.
Il diritto fondamentale di questo chakra è il Diritto di Sapere e comprende il diritto all’informazione, il diritto alla verità, e il diritto all’educazione e alla conoscenza. Con questo chakra l’individuo si impegna a ricercare la conoscenza con l’apprendimento, la riflessione, la raccolta di diverse informazioni.
Sahasrara è rappresentato da un cerchio circondato da petali di loto, chiamato anche il fiore dai mille petali: i petali rappresentano le infinite lettere dell’alfabeto in sanscrito.
La ghiandola collegata la settimo chakra è quella pineale, chiamata anche epifisi ed è una ghiandola endocrina ed è molto importante in quanto produce la melatonina, ormone che viene prodotto durante la notte per favorire il sonno, agisce quindi sul ritmo cardiano stabilendo il periodo di veglia e quello di riposo; essa contiene pigmenti simili a quelli che si trovano negli occhi ed è connessa ai talami ottici, attraverso i quali controlla l’azione della luce sul corpo.
Dopo tutta questa analisi, possiamo dire che così come l’evoluzione dell’uomo è scandita da fasi di sviluppo della coscienza, la stessa cosa viene rappresentata anche dalla Teoria dei Chakra.
I primi tre chakra, quelli più terreni risvegliano il bisogno di autonomia, di ribellione, di bisogno di conoscere cose nuove, di trasgredire alle regole e di scoprire l’attrazione sessuale. Dal quarto chakra in sù, nell'essere umano si sviluppa un senso sempre più profondo di conoscenza interiore, fino ad arrivare alla "libertà" (se così vogliamo chiamarla) del settimo chakra. Però le pulsioni, quelle più terrene, accompagneranno l'uomo per tutto il resto della sua vita. Se ci sono dei momenti più complessi, dei cambiamenti drastici nella vita dell’individuo, si potrà tornare a compiere tutte le fasi cicliche di questa “ruota dei chakra”, partendo dal primo per poi salire sempre più verso l'alto. Questo ciclo andrà avanti per tutta la vita, la ruota dei chakra continuerà a girare e potrà potare nuove consapevolezze all’interno della vita di ogni individuo ed esso grazie a queste nuove consapevolezze saprà capire in che chakra si trova in quel determinato momento della propria vita.
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